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ANNALI DEL MUSEO CIVICO

DI

STORIA NATURALE

DI GENOVA

SERIE 2.°, Vor. V (XXV)

ANNALI DEL MUSEO CIVICO

DI

STORIA NATURALE DI GENOVA

PUBBLICATI PER CURA

DI

G. DORIA E R. GESTRO

SERIE 2.8, VoL. V (XXV)

GENOVA TIPOGRAFIA DEL R, ISTITUTO SORDO-MUTI

1887-88

9 FRI ht

VIAGGIO DI L. FEA IN BIRMANIA E REGIONI VICINE II.

PRIMO SAGGIO SUI RAGNI BIRMANI DEL

Pror. T. THORELL

_——

Il sig. Leonardo Fea recatosi nel 1885 in Birmania per ri- cerche scientifiche, ad onta delle pessime condizioni di sicurezza in cui si trovava quel paese e delle molte difficoltà incontrate specialmente in seguito all'occupazione inglese dell’ Alta Birmania avvenuta appunto in quell’anno, pote, colla sua indomita energia e tenacità di propositi, radunare importanti collezioni zoologiche.

Il numero delle specie di Ragni che questo coraggioso e pa- ziente esploratore ha già inviato in Italia, e che fanno I’ oggetto principale del presente lavoro, somma a 120, in più di 600 esemplari, quasi tutti in ottimo stato di conservazione. Soltanto un piccolo numero di questi ragni fu raccolto nella Birmania meridionale, a Rangoon e nella media, a Mandalay; la più grande parte invece fu radunata nel Nord della Birmania, lungo l’Iravaddi superiore, non lungi dalla provincia cinese di Yunnan e princi- palmente a Bhamò; molte specie furono catturate a Shwegoo- myo, presso il secondo « defilé » dell’Iravaddi, qualcheduna a Modha e alcune altre a Me-tan-ja, all’ Est di Bhamò, nelle montagne dei Catcin (4), presso la frontiera cinese. E degno a notarsi come,

(1) Il Fea quando parla dei monti dei Catcin, all’Est di Bhamò, intende i Kakhyen Hills delle carte e dei viaggiatori inglesi. Egli ha adottato questa ortografia perché in italiano è quella che più si avvicina alla pronunzia indigena.

6 T. THORELL

malgrado la grandissima distanza che passa fra le foci dell’ Ira- vaddi e l'alta Birmania (1), la fauna aracnologica dell’ Iravaddi superiore abbia un aspetto perfettamente tropicale, quanto quello dell’ Iravaddi inferiore e dell’Asia del sud in generale. Invece la fauna delle montagne dei Catcin ha senza dubbio un carattere molto differente, del quale però non è possibile finora farsi un concetto esatto; ma speriamo che il sig. Fea riuscirà a penetrare in mezzo alle tribù inospitali che popolano quelle montagne, e che vi farà ricca messe di raccolte e di osservazioni (?).

Nel catalogo descrittivo delle specie raccolte dal sig. Fea, delle quali i tipi sono conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova, ho compreso un certo numero di ragni birmani appartenenti allo stesso Museo, catturati in parte a Mulmein nel 1877 dal Dott. O. Beccari e dal Capitano Enrico D'Albertis, e in parte a Minhla nel 1884, o dopo, dal Cav. G. B. Co- motto (3); questi ultimi non furono enumerati nella Memoria di E. Simon qui sotto indicata. Inoltre ho aggiunto parecchie specie gentilmente comunicatemi dal sig. T. Workman di Belfast, e raccolte da lui nel 1883 a Rangoon, Bassein e Mulmein. Così il numero totale delle specie che formano il materiale del pre- sente saggio somma a 145, delle quali 90 sembrano nuove per la scienza e 130 per la Birmania.

Le attuali cognizioni intorno alla fauna aracnologica della Birmania son tratte da lavori abbastanza recenti. Il primo che ci abbia dato un cenno sui ragni di questa regione pare sia F. Stoliczka, il quale nel 1869, nella Contribution towards the knowledge of Indian Arachnoidea (Journ. Asiat. Soc. Bengal, XXXVII, Part. 1, n. Iv) descrive una specie di Assam, Epeira (Argyopes) mammallaris, Stol., che dice trovarsi pure in

(1) Fra Rangoon e Bhamò, seguendo l’Iravaddi, corrono circa 900 miglia inglesi.

(3) Il signor L. Fea, obbligato momentaneamente a lasciare |’ alta Birmania a motivo dei terbidi politici che tuttavia rendono quel soggiorno poco sicuro, sta ora esplorando le montagne che separano la provincia del Tenasserim dal Siam.

(*) Il capitano cav. G. B. Comotto genovese, tanto benemerito del nostro Museo Civico, espulso dalla Birmania in seguito alla recente occupazione inglese, si era volontariamente ritirato a Calcutta. Il governo Anglo-Indiano gli concedeva poi di ritornare a Mandalay; ma, nell’ estate del 1886, poco tempo dopo che egli era rien- trato in questa città, periva miseramente colpito dal cholera.

ae

RAGNI BIRMANI 7

Birmania. Questa specie appartiene al genere Herennia, Thor., e non mi pare differente dalla H. multipuneta (Dol.). Stoliczka ci fa anche sapere che in Birmania vi sono alcune specie di Her- silia, Sav., ed una Scytodes (Latr.), rassomigliante alla S. pro- pinqua, Stol., senza darne però il nome specifico.

Nel 1878, T. Workman, in Descriptions of two new species of Spiders (Ann. and Mag. of Nat. Hist., 5 Ser., III) cita tre specie birmane, catturate a bordo di un bastimento proveniente da Rangoon. Queste specie sono: Pholcus Margarita, Workm. (Ph. elongatus, Vins.), Theridium Thalia, id., e Th. luteipes, Cambr. (T. rufipes, Luc.). L'autore descrive e figura le due prime, delle quali il Theridium Thalia era nuovo per la scienza.

Negli Studi sui Ragni Malesi e Papuani. INI. Ragni dell’ Austro- Malesia e del Capo York, conservati nel Museo Civico di Storia

_ Naturale di Genova (questi Annali, XVII, 1881), ho menzionato

8 altre specie di ragni trovate da O. Beccari e da E. D'AL bertis a Mulmein, e già conosciute come abitanti altre parti dell'Asia ecc.

Nel 1884, E. Simon pubblicò il suo importante lavoro: Arach- nides recueillis en Birmanie par M. le Chevalier G. B. Comotto et appartenant au Musée Civique d'Histoire Naturelle de Génes (questi Annali, XX, 1884). In esso, oltre a tre scorpioni, l’au- tore ci fa conoscere 22 specie di ragni raccolte a Minhla sul- l’Iravaddi (Birmania media); di esse la più gran parte sono nuove assolutamente e vengono descritte e alcune anche figu- rate; 21 sono nuove per la Birmania.

Il numero totale delle specie già pubblicate ammonta dunque a 33; di queste, 18 mancano nel materiale che sto trattando ,

.il quale fa salire il numero dei ragni birmani a 163. Siccome

ho avuto l’ occasione, grazie alla gentilezza del March. G. Doria e del sig. Workman, di vedere i tipi di tutte le specie finora pubblicate, eccettuata soltanto l’Epera (Argyopes) mammallaris, Stol., farò seguire |’ elenco di tutte quelle studiate da me e dai miei predecessori, coll’ indicazione dei luoghi ove furono raccolte. Le specie già conosciute come abitanti la Birmania sono segnate con un asterisco.

8 'T. THORELL

Ordo ARANEAE ()s Subordo TETRAPNEUMONES.

Tribus TERRITELARIAE. Fam. Theraphosoidae. Gen. Phrictus (L. Koch), 1873. * flavo-pilosus, Sim., Minhla. soricinus, n., Bhamo. Fam. Ctenizoidae (?). Gen. Conothele, Thor., 1878. Birmanica, n., Shwegoo-myo. Gen. Idiops, Perty. 1834. *crassus, Sim., Minhla. Fam. Calommatoidae (5). Gen. Camptotarsus, n. truculentus, n., Bhamo. Subordo DIPNEUMONES.

Tribus TUBITELARIAE. Fam. Dysderoidae. Gen. Xestaspis, Sim., 1884. inclusa, n., Bhamo. Fam. Palpimanoidae. Gen. Stenochilus, Cambr., 1870. *crocatus, Sim., Minhla, Bhamò. Fam. Drassoidae. Gen. Storenomorpha, Sim., 1884. * Comotti, Sim., Minhla. Gen. Pythonissa (C. L. Koch), 1837. *passerina, Sim., Minhla. Gen. Prosthesima, L. Koch, 1872. * Birmanica, Sim., Minhla. Gen. Drassus (Walck.), 1805. chaetognathus, n., Bhamo. Gen. Aracus, n. captator, n., Minhla. Gen. Phanoptilus, n. sericeus, n., Bhamo. Gen. Corinnomma, Karsch, 1880. Harmandii, Sim., Bhamo.

Gen. Clubiona (Latr.), 1804. distincta, n., Bhamo. munda, n., Bhamo.

Gen. Atalia, n. concinna, n., Rangoon.

Gen. Ewtittha, Thor., 1878. caudata, n., Rangoon. spectabilis, n., Shwegoo-myo.

Fam. Zodarioidae.

Gen. Storena, Walck., 1805. fronto, n., Shwegoo-myo. exornata, n., Bhamo. irrorata, n., Rangoon.

Gen. Asceua, n. elegans, n., Bhamo. Fam. Eresoidae. Gen. Stegodyphus, Sim., 1873. *tibialis (Cambr.), Minhla.

Fam. Hersilioidae. >

Gen. Hersilia (Sav.), 1825-7. Savignyi, Luc., Bhamo.

Tribus RETITELARIAE. Fam. Scytodoidae.

Gen. Scytodes (Latr.), 1804. *univittata, Sim., Mandalay.

Gen. Dictis, L. Koch, 1872. gilna, n., Bassein. lugubris, n., Minhla, Me-tan-jà.

Fam. Pholcoidae.

Gen. Pholcus, Walck., 1805. *elongatus, Vins., Rangoon. V-notatus, Thor., Bhamo.

Fam. Theridioidae.

Gen. Ariamnes, Thor., 1869. triangulus, n., Mulmein.

Gen. Argyrodes, Sim., 1864. fissifrons, Cambr., Mulmein. xiphias, n., Bhamo.

(1) In quanto alla classificazione di questi aracnidi adesso seguita da me, vedi Thorell, On Dr. Bertkau’s classification of the Order Araneae, or Spiders, iz Ann.

and Mag. of Nat. Hist., 5 Ser., XVII (1886).

(®)= Theraphosinae trionychae, Ausserer.

(®) = Atypoidae, Bertk. Atypoides, Cambr., è il nome di un genere. — Epei- roides, Keyserl., Thomisoides, Nic., e Attoides, Brongn., sono pure nomi di generi nelle famiglie generalmente chiamate Hpeiroidae, Thomisoidae e Attoidae, per cui ho pure cambiato i nomi di queste famiglie in Huetrioidae, Misumenoidae e Sal-

ticoidae.

Ma

RAGNI

Gen. Linyphia (Latr.), 1804. Birmanica, n., Mulmein. Gen. Theridium (Walck.), 1805. Workmanii, n., Bassein. saropus, n., Mulmein.

* Thalia, Workm., Rangoon, Bhamò. inquinatum, Thor., Bhamo. coenosum, n., Bhamo.

*rufipes, Luc., Rangoon, Shwegoo-myo,

Bhamo. i *amoenum, Thor., Mulmein, Shwegoo- myo. baccula, n., Bhamo. oleatum, n., Bhamo. brachypus, n., Rangoon. Tribus ORBITELARIAE. Fam. Miagrammopoidae. Gen. Miagrammopes, Cambr., 1869. Cambridgei, n., Bhamò. Fam. Uloboroidae. Gen. Philoponus, n. pteropus, n., Bhamo. Gen. Uloborus (Latr.), 1806. zosis, Walck., Bhamo.

Fam. Tetragnathoidae. Gen. Tetragnatha (Latr.), 1804. minatoria, Sim., Shwegoo-myo. gracilis (Stol.), Mulmein, Bhamo. Fam. Euetrioidae.

Gen. Callinethis, Thor. elegans (Thor.), Shwegoo-myo. tessellata, n., Shwegoo-myo.

Gen. Argyroepeira (Em.), 1884. * Celebesiana (Walck.), Mulmein, Bhamo.

ventralis, Thor., Shwegoo-myo, Bhamo.

bigibba, n., Bhamo. ditissima, n., Bhamo. Gen. Lipocrea, Thor., 1878. diluta, n., Bhamò. Gen. Nephila (Leach), 1815. *maculata (Fabr.), Rangoon, Mulmein, Shwegoo-myo, Bhamo. Kuhlii (Dol.), Bhamo. Gen. Argiope, Sav., 1825-7. “arcuata, Sim., Minhla. undulata, n., Shwegoo-myo. *pulchella, Thor., Mulmein, Minhla, Shwegoo-myo, Bhamo. aemula (Walck.), Bhamo.

(1) = E. braminica, Stol., Sim.

BIRMANI 9

Gen. Herennia, Thor., 1877. multipuncta (Dol.), Shwegoo-myo. mollis, n., Bhamo.

Gen. Gea, C. L. Koch, 1843. nocticolor, n., Bhamò.

Gen. Euetria, Thor. Moluccensis (Dol.), Mulmein. Feae, n., Bhamo. “salebrosa, Thor., Mulmein. Gen. Epeîra (Walck.), 1805. de Haanii, Dol., Shwegoo-myo, Bhamo. “hispida, Dol., Minhla, Bhamo. punctigera, Dol., Shwegoo-myo, Bhamo. Alvertisii, n., Mulmein, Bhamò. pullata, Thor., Shwegoo-myo, Bhamo. * Théisii, Walck., Minhla (1). mitifica, Sim., Mulmein. papulata, n., Bhamo. trigonophora, n., Bhamò. acrocephala, n., Bhamo. Laglaizei, Sim., Bhamo. paucilla, n., Bhamo. phytionota, n., Bhamo. metalis, n., Shwegoo-myo, Bhamo. raphanus, n., Bhamo. centrodes, Thor., Shwegoo-myo, Bhamo. melanocrania, n., Bhamo. psylia, n., Bhamo. bifida, Dol., Bhamo. *anseripes, Walck., Mulmein, Shwegoo- myo, Bhamo. hybophora, n., Mulmein, Bhamo. Mulmeinensis, n., Mulmein. Gen. Plectana (Walck.), 1841. arcuata (Fabr.), Shwegoo-myo. * Hasseltii, C. L. Koch, Mulmein, Shwe- goo-myo, Bhamo.

Gen. Gasteracantha (Sund.), 1833. diadesmia, n., Shwegoo-myo, Bhamo. leucomelaena (Dol.), Birmania merid.,

Shwegoo-myo. brevispina (Dol.), Bassein. Tribus LATERIGRADAE. Fam. Heteropodoidae. Gen. Selenops, Duf., 1820. * Malabarensis, Sim., Minhla. Gen. Holconia, Thor., 1877. armillata, n., Shwegoo-myo.

10 T. THORELL

Gen. Heteropoda (Latr.), 1804. ‘venatoria (Linn.), Mandalay, Minhla, Shwegoo-myo, Bhamo, Me-tan-ja. * leprosa, Sim., Minhla. plebeja, n., Rangoon. Gen. Sarotes (Sund.), 1833. impudicus, n., Me-tan-jà. *punctipes, Sim., Minhla. venustus, n., Bhamo. callipygus, n., Mulmein. Gen. Seramba, n. picta, n., Shwegoo-myo. Fam. Misumenoidae. Gen. Stiphropus, Gerst., 1873. ocellatus, n., Bhamo. Gen. Camaricus, n. formosus, n., Bhamo. Gen. Synaema, Sim., 1864. opulentum, Sim., Shwegoo-myo. Gen. Ocyla, n. binotata, n., Shwegoo -myo. Gen. Daradius, Thor., 1870. Stoliczkae, n., Bhamo. dentiger, n., Birm. merid. Gen. Massuria, n. angulata, n., Birm. merid. Gen. Misumena (Latr.), 1804. timida, n., Mulmein. Gen. Rhynchognatha, n. cinerascens, n., Me-tan-jà. Tribus CITIGRADAE. Fam. Iycosoidae. Subfam. CTENINAE. Gen. Ctenus (Walck.), 1805. trabifer, n., Bhamo. ramosus, n., Bhamò. ‘ denticulatus (Sim.), Minhla. obscurus, n., Rangoon. Subfam. LyYCOSINAE. Gen. Thalassius, Sim., 1884. *marginellus, Sim., Minhla. Gen. Diapontia, Keys., 1877. olivacea, n., Rangoon, Bassein. * agalenoides (Sim.), Minhla. Simonis, n., Bhamo, Me-tan-ja. Gen. Tarentula (Sund.), 1833. ‘ nigro--tibidlis, (Sim.), Minhla, Bhamo. Me-tan-ja.

Comotti, n., Bhamo. orophila, n., Me-tan-ja. Gen. Lycosa (Latr.), 1804. ‘ Birmanica, Sim., Minhla. psammodes, n., Rangoon. tristicula, n., Bhamo. Gen. Zantheres, n. gracillimus, n., Bhamo.

Fam. Oxyopoidae.

Gen. Peucetia, Thor., 1869. procera, n., Bhamo, Me-tan-ja. *prasina, n. (!), Minhla.

Gen. Oxyopes, Latr., 1804. Birmanicus, n., Shwegoo-myo, Bhamo. Javanus, Thor., Bhamo. versicolor, n., Bhamo. hieroglyphicus, Shwegoo-myo, Bhamo. superbus, Bhamo.

Tribus SALTIGRADAE.

Fam. Salticoidae.

Gen. Synemosyna (Hentz), 1832. laeta, n., Rangoon, Bhamo. prognatha, n., Minhla.

Gen. Toxeus, C. L. Koch, 1846. procerus (Thor.), Me-tan-ja.

Gen. Homalattus, White, 1841. bufo (Dol.), Bhamo. rubriger, n., Bhamo. analis, n., Bhamo.

Gen. Linus, Peckh., 1885. labiatus, n., Bhamo.

Gen. Thiania (C. L. Koch), 1846. Bhamoensis, n., Bhamo.

Gen. Lapinattus, Thor. melanognathus (Luc.), Bhamo. brachygathus, n., Minhla.

Gen. Plexippus (C. L. Koch), 1846. Paykullii (Aud. in Sav.), Bhamo, Me- tan-ja. culicivorus (Dol.), Bhamo.

Gen. Stasippus, n. inornatus, n., Bhamo.

Gen. Hpocilla, Thor. praetextata, Thor., Minhla.

Gen. Chrysilla, Thor. lauta, n., Bhamo.

Gen. Maevia (C. L. Koch), 1848. psittacina, n., Bhamo. vittata (C. L. Koch), Bhamo.

()= Ff. viridana, Sim.: vedi più innanzi, sotto P. procera, n.

RAGNI BIRMANI 11

Gen. Telamonia, n. Gen. Thyene, Sim., 1885. festiva, n., Bhamò. *imperialis (W. Rossi), Minhla. Gen. Vicirta, Thor., 1877. Gen. Hasarius (Sim.), 1870. elegans, n., Bhamò. Adansonii (Aud. in Sav.), Bhamo. Hasseltii, Thor., Shwegoo-myo, Bhamò. coronatus (Sim.), Bhamò. cristata, n., Bhamo. rusticus, n., Modha.

albo-guttata, n., Rangoon. Gen. Hyllus (C. L. Koch), 1846. decoratus, n., Shwegoo-myo.

Come si vede, queste 163 specie sono ripartite fra le asa tribù nel modo seguente:

MeRrite mae! o Tubrtelaniae See ie Ve 26 Retitelariagy ce gre, (MOE Moe DO Orbitelariae 6." Mean, 590 lbatevieradaey.) «i ce 19 Gilieradae sp i ae ee Salfieradae o a 2a

Totale 163

Senza dubbio molti di questi ragni si trovano pure nel Siam e nelle altre parti dell’ Indo-Cina, come anche nell’ India; ma finora non si conosce che un numero abbastanza ristretto di ragni di quelle parti dell'Asia, e perciò un elenco delle specie comuni ad esse ed alla Birmania sarebbe di poco interesse. Invece darò una lista delle 39 specie Birmane che sono state osservate nell’ Arcipelago Malese, regione della quale conosco un gran numero di forme. Cominciando dall’ Austro-Malesia o Papuasia, abbiamo da registrare almeno 28 specie come comuni alla Birmania e a questa parte della Malesia; tutte queste, tranne il Theridium inquinatum ed il Pholcus V-notatus, sono pure state catturate nell’ Indo-Malesia :

Pholcus elongatus, Theridium amoenum, » V-notatus, Uloborus zosis, Argyrodes fissifrons, Tetragnatha gracilis,

Theridium inquinatum, Argyroepeira Celebesiana,

12 T. THORELL

Nephila maculata, Epeira Laglarzei,

Argiope aemula, » bifida,

Herennia multipuncta, » anseripes,

Euetria Moluccensis, Gasteracantha brevispina, » salebrosa, Heteropoda venatoria,

Epeira de Haanù, Homalattus bufo,

» hispida, Tapinattus melanognathus, » punctigera, Plexippus Paykulli, » pullata, » culicivorus,

» Théist, Viciria Hasseltit.

A queste 28 specie se ne devono aggiungere altre 11 Indo- Malesi, che finora non sono state osservate nell’Austro-Malesia, cioè :

Theridium rufipes, Argyroepeîra ventralis, Epeira centrodes, Plectana arcuata,

Oxyopes Javanus, Maevia vittata, Thyene impertalis, Hasartus Adansoni,

coronatus.

» Hasselti, » Gasteracantha leucomelaena,

Molti dei ragni trovati nella Birmania hanno una distribuzione geografica estesissima. Pare che la maggior parte di quelli che sono comuni alla Birmania e alla Malesia siano sparsi su tutta l'Asia meridionale, o sopra un buon tratto di essa; alcuni si trovano anche in Africa, come p. e. Scytodes univittata; molti altri sono comuni all’Asia e al Continente Australiano, o alla Poli- nesia. Non poche specie, per es. Theridium rufipes, Ulooorus zosis, Argyroepetra Celebesiana, Nephila maculata, Epeira puncti- gera, Heteropoda venatoria, Tapinattus melanognathus, Plexippus Paykullti, Thyene imperialis, vivono quasi dappertutto nelle parti calde del vecchio mondo; alcune di queste (Uloborus zosis, Heteropoda venatoria, Tapinattus melanognathus, Plexippus Pay- kullit) anche in America; e i Theridium rufipes, Tapinattus melanognathus, Plexippus Paykullii, Thyene imperialis e Hasarius Adansonti si spingono fino in Europa.

RAGNI BIRMANI 13 Poche specie, come Stegodyphus tibialis, Hersilia Savignyi e Selenops Malabarensis, furono finora incontrate unicamente nella

Birmania e nell’ India; soltanto nella Birmania e nelle altre parti dell’ Imdo-Cina furono osservati :

Stenochilus crocatus, Peucetia prasina, Corinnomma Harmandi, Argiope pulchella, Thalassius marginellus, Epeira mitifica.

Villa Doria a Borzoli (presso Sestri Ponente) 19 Settembre 1856

er

r

Ordo ARANEAE. Subordo TETRAPNEUMONES.

Tribus TERRITELARIAE. Fam. THERAPHOSOIDAE.

Gen. Phrictus (L. Kocs), 1873.

1. Ph. soricinus, n., olzvaceo-fuscus, pilis fulvis sat dense spar- sus, sterno corisque olivaceo-nigricantibus, maxillis intus rufo- ciliatis; area oculorum plus duplo latiore quam longiore, serie oculorum antica a fronte visa sat fortiter deorsum curvata, oculis mediis anticis spatio !/, diametri oculi circiter aequanti separatis, lateralibus anticis etiam postice rotundatis, oculis binis lateralibus spatio separatis quod diametro breviori posterioris eorum minus est; metatarsis 4.' paris apice aculeis tribus armatis; mamillis su-

perioribus metatarso 4.' paris parum brevioribus. — 9 ad. (2). Long. circa 32 millim. Femina. — Cephalothorax circa !/, longior quam latior, pa-

rum longior quam tibia cum patella 4.' paris, lateribus in medio parum, praeterea leviter rotundatis modice (et anteriora versus parum fortius quam posteriora versus) angustatus: frons truncata fere ?/, partis thoracicae latitudine aequat. Humilis est cephalothorax, dorso a latere viso pone foveam centralem sen- sim paullo declivi sed vix convexo, praeterea leviter et sat aequa- liter convexo. Impressiones cephalicae obsoletissimae sunt; fovea ordinaria centralis sulcum format transversum, sat profundum, bre- vem, longitudine (transversa) nec latitudinem areae oculorum nec diametrum femorum aequantem, angustum, sat leviter procur- vum, plus duplo longius a margine cephalothoracis antico quam a postico margine remotum. Pube appressa densa vestitus est ce- phalothorax, ut paene totum corpus; in marginibus lateralibus

16 T. THORELL

longius est pilosus. Tuberculum oculorum sat humile est, duplo latius quam longius; area oculorum rectangula, plus duplo latior quam longior. Desuper visa series oculorum antica recta est, series postica leviter recurva ('); a fronte visa series postica

(1) Curvatura lineae (ordinis, seriei) curvae directione extremitatum definitur: procurva sive anteriora versus curvata est linea, quum extremitates ejus magis an- teriora versus sunt directae, recurva vel retro curvata, quum retro diriguntur; et ea- dem ratione haec linea: = deorsum, haec vero: ~ sursum curvata est dicenda; lineae ()incurvae sunt, lineae )( contra foras curvatae. Conf. Thor., Descr. of several Euro- pean and N.-Afr. Spid., in K. Svenska Vet.-Akad. Handl., XIII, n.° 5 (1875), p.5, not. 1. — Quum curvaturam seriei oculorum in araneis describo, eam nimirum a curva- tura lineae determinatam censeo, quae per centra oculorum‘ducta est, non a linea oculos e. gr. supra tangenti! — Sunt, qui, perperam quidem, seriem alteram alterà « latiorem » dicant, quum oculi in duas series, longitudine impares, transversas sunt ordinati. Linea, series, ordo longior quam alia linea vel series et alius ordo esse potest, sed non latior: linea latitudinem non habet; de « latitudine » seriei vel ordinis militum, arborum , cet., nemo loquitur. Eodem modo spatium (inter- vallum) inter duos oculos idem est ac distantia (= linea) brevissima inter eorum peripherias, et majus igitur (vel longius), non « latius » quam aliud spatium dici potest.

Etiam quum series oculorum non recta, sed paullo curvata est, longitudinem ejus, minus exacte quidem, distantià maxima (linea recta) inter peripherias lateralium mensus sum; alio enim modo difficulter de longitudine seriei, cum alius seriei lon- gitudine comparata — quae res sola in his mensuris curae esse solet — judicari po- test. Ita quoque, quum alterum oculorum duorum altero duplo, dimidio, cet., ma- jorem esse dico, diametrum illius hujus diametro duplo, dimidio, cet., majorem esse intelligas. Hic de significatione vocis dimidio pauca afferre necesse est. Latine A dimidio major (longior, latior) quam B dicitur, quum B = 2/5 A, sive A= B + 3 est, î. e. quum B quidem dimidio suo (dimidia parte sua) minor (brevior, angustior) est quam A, sed A non dimidio suo, sed dimidio B, major (longior, cet.) est quam B (si A= B+ 3 est, A duplo major est quam B); et equidem plerumque modo illo scripsi, quamquam magis fortasse dilucide « tertia parte sua major » quam « di- midio major » interdum dixi. Sed eam ob causam ita quoque mihi scribendum fuit, ut «A1/; (1/,, cet.) major est quam B» significet:A=B+ 3» B+ = cet. (non A=B+ aie A=B+ > , cet.). — « B 1/3 (1/,, cet.) minor (brevior , augustior) quam A » contra semper recte dicitur, quum B tertia (quarta, cet.) parte sua mi- nor est quam A (B= A — ci cet.).

Distantiam brevissimam inter marginem clypei et oculos medios anticos clypei « altitudinem » (vel, si clypeus parum est proclivis, longitudinem) vocandam credo, saltem quum hi oculi non multo longius quam laterales antici a margine clypei distant. (« Latitudo » clypei, ut volunt quidam, haec distantia appellari non potest: clypeus est pars cephalothoracis inter marginem ejus anticum et oculos anticos sita, et datitudo clypei igitur eadem est ac longitudo hujus marginis, i. e. ac lati- tudo cephalothoracis antice, ad basin mandibularum). Latitudinem cephalothoracis eo loco, ubi facies in dorsum transit, latitudinem /rontis appello; facies pars ce- phalothoracis est adversa, inter basin mandibularum et dorsum lateraque partis cephalicae (mandibulis igitur exclusis).

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leviter, series antica sat fortiter deorsum est curvata: linea recta oculos medios anticos infra tangens laterales anticos parum su- pra centrum secat. Oculi antici magni; laterales eorum oblongi et valde obliqui sunt, sed etiam in apice postico rotundati, dia- metro sua breviore (et diametro oculorum mediorum rotundo- rum) non parum, vix dimidio tamen, longiores; oculi postici oblongi, quorum medii paene parallelae sunt, laterales oblique po- siti, diametrum mediorum anticorum longitudine circiter aequant: laterales eorum mediis paullo latiores sed vix longiores sunt. Spatium inter oculos medios anticos vix !/, diametri oculi supe- rat; a lateralibus anticis spatio etiam paullo minore remoti sunt hi oculi. Spatium inter laterales anticos et verum marginem clypei diametro breviori horum oculorum non parum minus est. Spatium inter oculos medios anticos et posticos paullo minus est quam spatium inter anticos medios et laterales, sed majus quam spatium exiguum quod oculos posticos medios et laterales sejungit. Spatium inter oculos binos laterales diametro breviori posterioris eorum paullo minus est; intervallum inter oculos duos medios posticos aeque paene longum est ac series ab oculis duobus mediis anticis formata. Sternum aeque longum et latum, latitudine maxima paullulo pone medium; antice truncatum est, in lateribus anterius leviter rotundatum, postice late et fere in formam semi-circuli rotundatum; non parum pone medium, intus, ex-adversus coxas 3." paris, foveam sat parvam oblongam obliquam glabram ostendit, et non longe a basi coxarum 2.! paris aliam ejusmodi foveam, sed multo minorem: etiam ad coxas 1.' paris vestigia foveolae minutae utrinque video. Mandibulae sat fortes, desuper visae saltem duplo longiores quam latiores, in dorso, excepto ad basin, ad longitudinem fortissime convexae, pa- tellis 1.1 paris paullo longiores. Masxillae paene duplo longiores quam latiores, lateribus parallelis, angulo interiore-posteriore densissime et subtilissime granulato; /abiwm paene rectangulum, circa !/, latius quam longius, secundum marginem anticum truncatum fascia lata granulorum densissimorum et subtilissi- morum munitum. Pa/p? extensi ad apicem tibiae pertinent; pars patellaris parte tibiali paullulo brevior est, partem tarsalem lon- Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.8, Vol. V. (31 Maggio 1887) 2

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gitudine aequans (!). Pedes mediocres, ita: IV, I, II, IN longi- tudine se excipientes, scopulis praesertim in pedibus anterioribus densis, in tarsis 4.‘ paris fascià setorum distinctissima persectis, muniti: in tarsis 3.11 paris loco hujus fasciae modo series inae- qualis setarum conspicitur. Aculeis carent pedes, excepto in metatarsis 4.' paris, qui apice. subter aculeis 3 fortibus armati sunt. Abdomen elliptico-ovatum, paullo plus dimidio longius quam latius. Mamillae superiores inferioribus saltem quadruplo lon- giores sunt, metatarsum 4.' paris longitudine paene aequantes; ex articulis ternis paene cylindratis et paene aeque longis con- stant, quorum 3.5 reliquis evidenter angustior est, apice obtusus; art. 2.8 paene triplo longior est quam latior.

Color. — In fundo animal paene totum nigricans vel fu- scum est, pube densa appressa olivaceo-fusca tectum et pilis longis fulvis in abdomine et supra in mandibulis, magis versus apicem earum, ut et in palpis et pedibus sat dense sparsum ; pedes etiam nigro-pilosi, praesertim subter versus basin, quare coxae, ut sternum nigro-pilosum, subter olivaceo-nigrae viden- tur. Unguis mandibulae niger est, cilia maxillarum rufa.

Lg. corp. 32; lg. cephaloth. 12 3/,, lat. ej. 10, lat. front. 6 1/,; le. abd. 19, lat. ej. 11 millim. Mandib. 63/, millim. longae, paullo plus 3 millim. latae. Palpi 251/, millim. Ped. I 38 (fem. 9, pat. 6, tib. 8, metat. 61/,, tars. 4.1/,), I] 353/,, Ul 31, IV 391/,; pat.+-tib. IV paene 121/,, metat. IV 9 1/, millim. Mamillae sup. 9 millim. longae.

Cel. Fea feminam singulam, quae fortasse nondum plane adulta est, ad Bhamo invenit. — Haec species Ph. flavo-piloso, Sim., valde affinis est: distingui potest non tantum alio colore, verum etiam mamillis superioribus longioribus (in PA. flavo-piloso meta- tarso 4.' paris circa !/, breviores sunt) et differentiis non pau- cis in statura et distributione oculorum: conf. descriptionem Ph. flavo-pilosi, in Simon, Arachn. rec. en Birmanie, cet., loc. cit.,

(1) Pedum longitudinem a margine cephalothoracis ad apicem tarsorum mensus sum; formam et dimensiones internodiorum pedum et palporum eas dedi, quas ha- bere videntur hae partes, quum desuperne inspiciuntur, mandibularum tales quales habent, quum a dorso mandibulae inspiciuntur.

Me

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p- 359 (35). Etiam in Ph. flavo-piloso area oculorum plus duplo latior quam longior est. — Ph. Paviei, Sim. (!), ex Siam, et Ph. dyscolus, id. (7), ex Cochinchina, ii quoque Ph. soricino nostro valde affines videntur, sed certe ab eo distincti sunt.

Fam. CTENIZOIDAE.

Gen. Conothele, Tuor., 1878.

2. C. Birmanica, n., cephalothorace nigro-testaceo, summo margine et area oculorum nigris, palpis, pedibus mamillisque testaceo-fuscis, abdomine nigro ; serie oculorum postica desuper visa recta, non pro- curva, oculis lateralibus anticis fere duplo longioribus quam latio- rebus, et reliquos oculos sub-aequales magnitudine multo superan- tibus; tibiis anterioribus supra inermibus (area triangula spinu- larum ibi, ad apicem extus, carentibus). 2 jun. Long. saltem 11 millim.

Femina jun. — Cephalothorax paene dimidio longior quam tibia cum patella 4.' paris, non parum longior quam latior, in lateribus in medio sat fortiter, praeterea sat leviter (posterius levius quam anterius) rotundatus et posteriora versus paullo fortius quam anteriora versus sensim angustatus, lateribus antice non sinuatis ; postice parum emarginatus est, antice truncatus, latitudine cly- pei dimidium latitudinis maximae partis thoracicae paullo superanti. In medio valde altus est cephalothorax, et hic elevationem ma- gnam oblongam quasi format, posterius fortiter arcuato-conve- xam, anterius paene libratam; praeterea a latere visus anterius secundum lineam rectam ad tuberculum oculorum (duplo latius quam longius) modice descendit, versus marginem posticum vero fortius declivis est, hac declivitate postica superius, loco sulci ordinarii centralis, fortiter impressa; qui sulcus, profundissimus et fortissime procurvus, elevationem illam partis cephalicae ‘ postice cingit, circa duplo longius a margine clypei quam a margine cephalothoracis postico remotus. Impressiones (sulci)

(1) Arachn. recueillis par M. A. Pavie... dans le royaume de Siam, au Cambodge et en Cochinchine, im Actes de la Soc. Linn. de Bordeaux, XL (1886), p. (26). (2) Ibid., pag. (27). ;

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cephalicae antice abbreviatae sunt; versus margines laterales po- stice impressionem latam levissimam ostendit cephalothorax, qui in medio, in parte postica partis cephalicae, tres setas fortes erectas in triangulum dispositas gerit, et praeterea paene gla- ber, laevis et nitidus est. Area oculorwm rectangula, duplo la- tior quam longior; desuper visa series oculorum postica recta est, non procurva, series vero antica fortiter procurva; a fronte visa haec series etiam fortius deorsum est curvata: linea recta, oculos medios anticos infra tangens, laterales anticos non tangit. Area quam formant oculi medii multo, paene dimidio, latior est postice quam antice, et circiter aeque longa ac lata antice. Oculi medii antici rotundi, oculi laterales oblongi, laterales antici paene duplo longiores quam latiores, diametro longiore diametrum oculi medii antici duplam aequantes, reliquis oculis multo ma- jores quoque. Diameter longior oculorum lateralium posticorum diametro mediorum anticorum parum major videtur; oculi medii postici, postice angulati sed parum oblongi, mediis anticis vix majores sunt. Oculi bini laterales spatio parvo sed evidentissimo separantur; oculi postici lateralis et medius paene contingentes sunt inter se; oculi medii antici, spatio dimidiam diametrum o- culi paene aequanti disjuncti, et a lateralibus anticis paullo lon- gius quam inter se remoti, a mediis posticis spatio multo mi- nore (spatium inter oculos binos laterales vix superanti) remoti sunt; oculi medii postici intervallo sunt sejuncti, quod eorum diametro circa dimidio majus est. Sternwm vix vel parum lon- gius quam latius, antice satis anguste truncatum, dein usque pone medium lateribus paene rectis sensim sat fortiter dila- tatum, denique lateribus angulato-rotundatis posteriora versus cito angustatum et brevissime acuminatum; planum est, niti- dum, pilis sparsum, impressionibus utrinque parum evidentibus. Mandibulae patellis anterioribus paullo longiores, duplo lon- giores quam latiores basi, latere exteriore leviter rotundato, apicem paullo oblique truncato-rotundatum versus sensim paullo angustatae, in dorso sat fortiter et aequaliter convexae, ad api- cem dense, praeterea parce setosae, apice rastello e serie densa dentium longiorum circa 10 formato instructae; sulcus unguicu-

dita

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laris duobus ordinibus dentium armatus est, dentibus circa 8 in ordine exteriore, circa 4 in interiore. Mazxillae versus basin den- tibus parvis conspersae sunt; /abiwm, quod saltem dimidio latius quam longius est et versus apicem late truncato-rotundatum sen- sim paullo angustatum, ad marginem anticum denticulis paucis est munitum: 4 in serie transversa, 1 paullo pone eos. Palpi pedibus anterioribus ad formam et magnitudinem simillimi sunt; pars eorum tibialis paullulo est dilatata, subter paullo deplanata, supra a medio versus latera declivis, et fascia longitudinali spi- narum brevium crassarum densarum in utroque margine laterali praedita; pars tarsalis sub-lanceolata est sed praeterea eodem modo formata et spinosa. Unguiculus palporum sat magnus est, ad basin dente sat longo apice bifido armatus et ante eum dente altero, minuto. Pedes breves, non ita crassi, nitidi, parcius pi- losi et setosi; pedes posteriores parum crassiores sunt (apice immo paullo angustiores) quam pedes anteriores, metatarsis api- cem versus sensim angustatis. In pedibus 4 anterioribus tibiae, metatarsi et tarsi eadem sunt forma eodemque modo spinosi ac palporum partes tibialis et tarsalis, tarso et metatarso parti pal- porum tarsali respondentibus; tibiae etiam anteriores area illa spinularum parvarum densarum ad apicem supra, extus, carent, quam in quibusdam aliis formis gen. Conothelae videmus; pa- tellae horum pedum aculeis carent. Patella 4.' paris tibia evi- denter brevior est; in reliquis pedibus patella tibiam longitu- dine circiter aequat. Patellae 4 anteriores (ut pars patellaris palporum) in medio lateris exterioris sive posterioris tubercu- lum minutum ostendunt. Patella 3." paris secundum latus an- terius, supra, aculeis brevibus fortibus sat densis munita est; tibia hujus paris, basi transversim late et fortiter impressa, in apice lateris anterioris, supra, aculeis talibus tribus est munita: me- tatarsus 3." paris apice supra aculeos paucos ejusmodi ostendit, ad apicem subter tres aculeos longiores; tarsi 3. paris aculeos nonnullos tales (longiores) subter praesertim in et ad apicem habent. Tarsi 4.1 paris eodem modo ac 3." paris tarsi aculeati sunt, et metatarsi 4.' paris ii quoque subter in et versus api- cem aculeos paucos ostendunt. Praeterea pedes aculeis carere

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videntur. Unguiculi tarsorum superiores magni, dente sat longo armati et, in pedibus posterioribus, dente altero minuto pone eum sito; unguiculus inferior parvus, levius curvatus. Abdomen sub-ova- tum, sub-rugosum, opacum, supra granulis nitidis obtusis sparsum, quae anterius in dorso majora, rariora et setifera sunt, praeterea parva, densiora et pilifera. Mamillae superiores conicae, crassae, obtusae, tarsis 4.1 paris vix vel parum longiores; ex tribus ar- ticulis constant, quorum ultimus brevissimus et valde obtusus est, reliqui duo desuper visi aeque paene longi, multo latiores quam longiores (a latere inferiore visus art. 1. 2.° fere duplo longior est). Mamillae inferiores superioribus circa duplo bre- viores sunt iisque multis partibus angustiores, cylindratae, saltem duplo longiores quam latiores.

Color. — Cephalothorax nigro-testaceus, summo margine la- terali et area oculorum nigris. Sternum testaceo-fuscum , nigro- pilosum. Mandibulae fuscae, nigro- et, versus apicem, rufescenti- setosae vel-pilosae. Maxillae, labium, palpi et pedes testaceo-fusca, nigro-pilosa et -aculeata. Abdomen supra et in lateribus nigrum, nigro-pilosum et -setosum; venter nigricans, area ante rimam genitalem et scutis pulmonalibus sordide fusco-testaceis. Mamillae sordide fusco-testaceae quoque.

9 jun. — Lg. corp. 11; lg. cephaloth. 51/,; lat. ej. 41/,, lat. clyp. 21/,; lg. abd. 5 ?/,, lat. ej. 41/, millim. Palpi 91/,; ped: 113), UW 92/5. eh 93/123), pate millim. |

Feminam singulam, haud dubie nondum adultam, ad Shwe- goo-myo invenit Cel. Fea. A reliquis (tribus) formis generis Conothelae mihi cognitis oculis lateralibus anticis reliquos oculos omnes magnitudine multo superantibus praesertim facile digno- scitur C. Birmanica, a C. Doleschalli, Thor. (*), et a C. (Cteniza) Malayana (Dol.) (), praeterea defectu areae triangulae spinu-

(1) Stud., cez., III, Ragni dell’ Austro-malesia, cet., loc. cit., p. 237.

(*) Tweede Bijdr., cet., loc. cit., p. 5, Tab. VI, fig. 8; Thorell, Stud., cet., II, Ragni di Amboina, loc. cit., p. 305. — In C. Malayana area oculorum postice paullulo latior est quam antice; area oculorum 4 mediorum postice non ita multo (diametro oculi medii postici fere) latior quam antice; oculi antici, etiam medii, posticis oculis multo majores sunt, diameter oculorum mediorum anticorum diametro longiore mediorum

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larum densarum in apice tibiarum anticarum, serie oculorum postica recta, non procurva, cet.

Fam. CALOMMATOIDAE. Gen. Camptotarsus, n. (’).

Cephalothorax paullo longior quam latior, antice late trun- catus, parte cephalica in conum vel pyramidem quae oculos gerit elevata.

Oculi 8, in tres turmas dispositi : medii antici, qui reliquis majores sunt, summum cephalothoracis occupant, reliqui oculi, terni non longe inter se distantes, triangulum in utroque latere partis cephalicae, sub et paullo pone oculos medios anticos situm formant, longe a marginibus cephalothoracis remoti.

Mandibulae anteriora versus, immo sursum directae, compres- sae, desuper visae angustae, in dorso versus basin fortissime geniculato-convexae.

Maxillae, basi latae, intus in laciniam angustam rectam pro- ductae sunt; palpi igitur lateri exteriori maxillarum affixi.

Pedes ita: IV, I, II, II longitudine se excipiunt; sat graciles sunt, parcius pilosi et aculeati; tarsi solito longiores, flexibiles, tenuiter et densissime annulati. Unguiculi tres, superiores serie singula dentium armati, inferior muticus.

Abdomen forma non insolita; sed spiraculorum anteriora duo versus latera abdominis locata sunt, posteriora in medio late- rum ejus.

Mamillae 6, superiores duae tri-articulatae et reliquis multo longiores; mediae et inferiores in seriem transversam ordinatae, hae breves et sat fortes, illae (exteriores) minutae, graciles.

Hoc genus, quod Calommatae et Atypo affine est, ab iis facile

posticorum plus duplo, paene triplo major; oculi laterales antici parum longiores quam latiores sunt et vix vel parum majores quam medii antici; diameter longior lateralium posticorum diametro mediorum anticorum paullo est minor, sed non pa- rum major quam diameter longior mediorum posticorum, qui modo paullo longio- res quam latiores sunt; spatium inter oculos medios posticos eorum diametro lon- giore plus triplo majus est.

QC) xaprtòg, flexibilis; Tapoòg, pes.

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dignosci potest dispositione insolita spiraculorum, et tarsis longis et flexibilibus (ut in Dendrolycosis quibusdam).

3. C. truculentus, n., parce pilosus, cephalothorace migricanti , marginibus lateralibus mgris, mandibulis fortissime compressis , sursum et anteriora versus directis, cum palpis, quorum pars tibialis crassissima est, nigricanti-testacers vel nigricantibus ; pedibus ejus- dem coloris, apicem versus sub-ferrugineis ; abdomine nigro , plaga oblonga picea nitida in dorso antice, spiraculis posterioribus maculam magnam albicantem in utroque latere abdominis forman- tibus; mamillis pallidis. — 7 ad. Long. circa 6 millim.

Mas. — Cephalothorax paullo longior quam latior, parum longior quam tibia cum patella 4.' paris, postice amplissime et fere in formam semi-circuli rotundatus (postice tamen in medio anguste emarginatus, et utrinque, ad*coxas 4.' paris, paullo si- nuatus quoque), lateribus praeterea rectis et parallelis, angulis anticis modo brevissime truncatis, ita ut facies infra latissime truncata — vel potius margo clypei — paullo angustata evadat. Impressiones cephalicae evidentes sunt, fovea ordinaria centralis non magna, sed profundissima, rotundata, et circa duplo longius a margine cephalothoracis antico quam a postico margine re- mota: apud (ante) hanc foveam sulcus sat latus transversus ce- phalothoracem in duas partes dividit, quarum posterior hu- millima et paene plana est, impressione magna levissima utrin- que notata; pars anterior (vel potius pars cephalica) altissima, sensim in conum vel pyramidem antice in medio profunde impressam , in apice obtuso transverso oculos medios anticos magnos gerentem elevata. A latere visum dorsum inter declivi- tatem posticam brevissimam et sulcum illum transversum rectum et libratum est; dein vero subito secundum lineam longam rectam usque ad oculos medios fortissime assurgit, ante hos oculos primum plane directus (« perpendicularis »), denique, usque ad marginem anticum, leviter proclive: hic cephalothorax trans- versim sat fortiter convexus est. Latera partis cephalicae ab oculis mediis anticis satis aequaliter et sat praerupte declivia sunt. Apice postico, apud (ante) sulcum illum transversum,

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pars cephalica foveam transversam utrinque ostendit, si a tergo (ab ano) inspicitur cephalothorax, et ab hoc apice series duae rectae sensim paullo divaricantes punctorum impressorum den- sorum, suum quodque pilum nigrum gerentium, paene usque ad oculos medios anticos ductae sunt; alii pili longiores nigri et ante et pone hos oculos conspiciuntur. Praeterea paene glaber est cephalothorax , sat nitidus, minus crasse rugoso-punctatus , antice transversim rugosus. Utrinque antice, ad ipsam inser- tionem mandibularum, tenuior (et albicans) videtur cutis cepha- lothoracis. Ocwlî in tres turmas non longe inter se remotas ordi- nati sunt: duo (medii antici) ipsum apicem partis cephalicae oc- cupant; tres utrinque sub et paullo pone eas triangulum formant, longissime a marginibus cephalothoracis remotum. Oculus medius anticus, medius posticus et lateralis posticus utriusque lateris seriem paene rectam formant, quum desuper inspicitur cepha- lothorax. A fronte visa utraque series oculorum fortissime de- orsum curvata est; desuper visa series antica leviter, series po- stica fortiter est recurva. Oculi medii antici reliquis oculis om- nibus multo majores sunt, rotundi, et paene contingentes inter se; oculi tres utriusque lateris oblongi sunt, laterales antici paullo majores quam laterales postici, qui antice acuminati sunt et paullo majores quam medii postici. Oculi medii antici a mediis posticis (quibus proximi sunt) spatio distant quod oculi medii antici diametrum aequat: a lateralibus anticis etiam (fere dimidio) lon- gius remoti sunt. Spatium inter medios posticos et laterales an- ticos oculi